L’EMIPLEGIA
L’ emiplegia e’ il risultato di un danno cerebrale e significa paralisi di una meta’ del corpo (destra o sinistra). In italia e’ una delle prime cause per invalidita’ e per questo, chi ha subìto un ictus ed ha una emiplegia, ha bisogno di una riabilitazione specifica e di qualita’.
QUALI SONO I PROBLEMI DELL’EMIPLEGIA?
In genere i problemi legati all’emiplegia vengono identificati in questi due elementi:
- Paralisi muscolare
- Spasticità (ipertono)
In realta’ leggendo questo articolo ti accorgerai che nei riguardi dell’emiplegia il problema e’:
MANCANZA DI INFORMAZIONE
Purtroppo, sia chi ha subìto un ictus che i suoi familiari, si trovano ad affrontare un problema ancora maggiore dell’emiplegia: la mancanza di informazioni e a volte addirittura, la scelta tra informazioni scorrette.
Te ne racconto 4 che dovrai ricordare.
1.LA PARALISI DELL’EMIPLEGIA NON E’ UN PROBLEMA DEI MUSCOLI
L’ictus cerebrale e’ un evento traumatico a carico del cervello, puo’ essere causato da una rottura o da una occlusione di una arteria. In entrambi i casi, avremo l’interruzione del nutrimento delle cellule cerebrali che muoiono.
Quindi la paralisi caratteristica dell’emiplegia non e’ causata da un problema ai muscoli, ma e’ causata da un problema che si e’ creato nel cervello.
Perche’ un problema del cervello paralizza i muscoli?
Devi sapere che quando ti muovi,, non contrai solo i muscoli, il movimento e’ un atto complesso che ha bisogno di molti altri elementi prima della contrazione muscolare.
Voglio farti un esempio pratico di come un movimento apparentemente semplice, come quello del camminare, non sia solo il risultato di contrazioni muscolari delle gambe.
Quando cammini:
Progetti: il tragitto, la distanza, la velocita’ e tutti i parametri che ti servono per soddisfare il tuo bisogno di camminare.
Attenzione: durante la tua camminata ovviamente presti attenzione a dove metti i piedi e alla qualita’ del terreno su cui stai camminando.
Ricordi: durante il tragitto, accedi ai tuoi ricordi per permetterti di effettuare il movimento al meglio e di non commettere errori passati.
Senti: prova a pensare di camminare senza sentire dove si trovano la tue gambe o senza sentire come si stia spostando il peso del tuo corpo sui piedi. Ti assicuro che non ti muoveresti.
Trasformi: le distanze che percepisci con gli occhi, nel tuo cervello si trasformano in movimenti che il tuo corpo deve produrre, quindi nel tuo cervello avvengono delle trasformazioni tra i canali sensoriali.
Prevedi: se cammini per strada ed e’ appena piovuto, non e’ un caso che alcune pozzanghere tu le sorvoli piuttosto che girarci intorno. Tu non te ne sei accorto, ma nel tuo cervello e’ avvenuta una previsione del movimento che ha considerato il peso del tuo corpo, la lunghezza delle tue gambe, la lunghezza della pozzanghere ed altri numerosi parametri.
Questi e molti altri sono i processi cognitivi che tu metti in atto quando cammini e quando fai qualsiasi movimento intenzionale con il tuo corpo. Tutto cio’ avviene prima della contrazione dei muscoli. Si chiamano processi cognitivi e sono le facolta’che vengono alterate in seguito ad una lesione cerebrale. Un emiplegico ha difficolta’ di movimento perche’ c’e’ un’alterazione dei processi cognitivi.2.IL PROBLEMA DELLA SPASTICITA’
La spasticita’ e’ riconosciuta un po’ da tutti come il problema principale dell’emiplegia. Chiaramente e’ una condizione patologica che si instaura in seguito all’ictus ed e’ rinforzata da una riabilitazione impropria. La spasticita’ e’ un’alterazione del tono dei muscoli che si presentano piu’ rigidi del normale e che si irrigidiscono durante il tentativo di muoversi. Sicuramente avrai visto alcuni emiplegici che hanno la mano chiusa, il gomito piegato e il braccio attaccato al petto e la gamba si presenta rigida e durante il cammino viene messa quasi fosse un pilone. Questo e’ un esempio limite e grave, ma la spasticita’ si manifesta con diverse sfumature.
Maggiore chiarezza nei confronti della spasticita’ venne fatta proprio in italia alla fine degli anni ’60, dallo studioso Carlo Perfetti, che riusci’ a scomporla in diversi elementi e renderla piu’ facilmente curabile.
Il prof. Carlo perfetti, si accorse che la spasticita’ che non permetteva ai pazienti emiplegici di recuperare il movimento evoluto, poteva essere messa sotto controllo dai pazienti stessi, se la fisioterapia agiva sui processi cognitivi che ti ho elencato prima. Quindi se migliorava l’attenzione, la capacita’ di pianificare il movimento e la percezione, si riduceva anche la spasticita’ e l’ipertono. L’osservazione piu’ importante era quella di notare che i pazienti emiplegici trattati con la riabilitazione neurocognitiva prevenivano in gran parte la spasticita’.
Quello che devi tenere a mente e’ che la spasticita’ non deve necessariamente comparire in seguito ad un ictus, se compare e’ perche’ il paziente emiplegico e’ chiamato ad eseguire degli sforzi che in quel momento non e’ in grado di sopportare. Evocare movimenti riflessi come questi, non fanno altro che rinforzarli e renderli piu’ difficili da curare.
E’ per questo che molti medici di fronte alla spasticita’ consigliano il botulino, perche’ in seguito ad una riabilitazione rivolta ai muscoli e non al vero problema dell’emiplegia, si trovano a dover riparare i danni in questo modo. Purtroppo l’effetto del botulino non va oltre a qualche mese, distruggendo i collegamenti tra nervo e muscolo e non lascia speranza al futuro recupero motorio.
Ricordati questo secondo punto, perche’ se tu o il tuo caro state eseguendo un trattamento prettamente muscolare o che tenda a sviluppare la spasticita’ e l’ipertono, poi le possibilita’ di recuperare una situazione gia’ instaurata diminuiscono, come diminuira’la qualita’ del recupero possibile.3.L’EMIPLEGIA SINISTRA E’ DIVERSA DALL’EMIPLEGIA DESTRA
Apparentemente sembra una considerazione banale, ma in realta’ troppo spesso mi accorgo che molti pazienti con emiplegia vengono trattati allo stesso modo, sia che si tratti di emiplegia sinistra, sia che si tratti di emiplegia destra. Il fatto che una emiplegia sia destra o sinistra, dipende da quale emisfero viene danneggiato dall’ictus. Proporre gli stessi esercizi ad entrambi i tipi di emiplegia, significa non rispettare le diverse caratteristiche dei nostri emisferi.
Ti basti pensare, in seguito ad un ictus dell’emisfero sinistro, e’ possibile che oltre ai disturbi legati alla paresi del lato destro del corpo, ci siano disturbi del linguaggio e che in seguito ad un ictus dell’emisfero destro, ci siano deficit di attenzione come il Neglet e disturbi della coscienza del proprio stato patologico come l’anosognosia.
Non e’ corretto trattare allo stesso modo un paziente emiplegico destro ed un paziente emiplegico sinistro, perche’ gli ictus che li hanno determinati, hanno alterato i processi cognitivi in modo diverso.
Per lo stesso ragionamento e’ possibile dire che ogni paziente emiplegico e’ diverso dall’altro, come del resto ciascun individuo e’ diverso da un altro. Per questo il trattamento deve essere individuale e personalizzato e deve saper individuare le diverse alterazioni cognitive per creare esercizi specifici per la loro riorganizzazione. Non e’ giusto rinforzare e allungare i muscoli allo stesso modo per tutti i pazienti emiplegici, significa non rispettare il fatto che un ictus abbia alterato le funzioni mentali che permettono il movimento.4.LA RIABILITAZIONE PER L’EMIPLEGIA SONO MOLTE, MA LA SCIENZA E’ SOLO UNA.
L’unico dato certo di fronte all’emiplegia e’ che nessuno ti dice la stessa cosa e non e’ facile orientarsi nel mare di tecniche riabilitative diverse. Quello che ti serve sapere, e’ che ogni metodo riabilitativo e’ figlio del momento scientifico a cui fa riferimento. Nel corso dei secoli abbiamo visto fare alla scienza e alla metodica dei passi in avanti non indifferenti. Ogni volta che gli studi sul movimento e sul cervello facevano passi in avanti, nascevano degli approcci sempre piu’ adeguati per l’emiplegia.
CURA E RIABILITAZIONE DELL’EMIPLEGIA
- RIABILITAZIONE MOTIVAZIONALE
in principio si pensava che il movimento fosse solo il risultato della volonta’ di muoversi. A questo livello scientifico si basano tutte le tecniche riabilitative che usano la sola motivazione come strumento per il recupero. In realta’ se dopo un ictus giustamente ci sono delle difficolta’ a camminare, sforzarsi a camminare il piu’ possibile non fara’ recuperare il cammino, anzi verranno potenziati gli aspetti patologici come la spasticita’ e l’ipertono. Adesso crederai che questo modo di fare riabilitazione sia vecchio e non si faccia piu’, mi dispiace dirti che ti sbagli, tutt’oggi la riabilitazione motivazionale viene utilizzata.
- RIABILITAZIONE MUSCOLARE
Risalgono alla meta’ dell’ottocento gli studi che mettevano il muscolo al centro del movimento e fanno riferimento a questo periodo le tecniche riabilitative, che per recuperare il movimento in seguito ad un ictus cerebrale, propongono il rinforzo dei muscoli paralizzati. Come vedi gli studi sui movimenti si sono evoluti, dalla sola motivazione alle capacita’ contrattili dei muscoli e’ stato fatto un bel passo in avanti, ma gli studi sul movimento sono andati in avanti …..
- RIABILITAZIONE NEUROMOTORIA
La scienza riabilitativa ha fatto un balzo in avanti quando anche ai riflessi venne affidata importanza per la costruzione del movimento. A questo periodo dell’evoluzione scientifica fanno capo tecniche riabilitative come il kabat, bobath e vojta. Secondo queste metodiche per recuperare il movimento bisogna passare per l’evocazione e l’inibizione di alcuni riflessi. Lo studio dei riflessi e’ stata una tappa fondamentale per la scienza riabilitativa e ancora oggi in molti adottano tali metodiche per il recupero dell’emiplegia.
- RIABILITAZIONE NEUROCOGNITIVA
Negli ultimi decenni, la tecnica per studiare il movimento si e’ nettamente evoluta. Infatti gli studiosi del movimento sono stati in grado di studiare soggetti svegli e si sono accorti che il movimento non puo’ essere studiato senza considerare tutti i processi coscienti come:- ATTENZIONE
- MEMORIA
- APPRENDIMENTO
- PERCEZIONE
- CAPACITA’ DI RISOLVERE PROBLEMI
Da queste considerazioni e dalle successive che continuano sulla stessa direzione, nasce e si sviluppa la riabilitazione neurocognitiva, conosciuta anche come esercizio terapeutico conoscitivo (E.T.C.) e metodo Perfetti.
L’intuizione geniale che sta dietro a questo modo di fare riabilitazione e’ che il recupero del movimento passi necessariamente dai recuperi dei processi cognitivi alterati dalla lesione cerebrale.
Gli esercizi del metodo Perfetti inoltre tengono conto anche delle considerazioni scientifiche precedenti come motivazione, reclutamento muscolare e riflessi.
Il sottoscritto considera la riabilitazione neurocognitiva ,la miglior terapia per il recupero da emiplegia da ictus cerebrale.