Ictus Cerebrale

ICTUS: RIABILITAZIONE E TERAPIA

L’ictus cerebrale e’ un incidente sempre piu’ frequente e colpisce una popolazione sempre piu’ giovane. E’ un evento drammatico e complesso allo stesso tempo e come tale, cela dietro di se, molte informazioni scorrette.

Continua nella lettura, perche’ verranno trattati alcuni argomenti dell’ictus cerebrale, di fondamentale importanza , che purtroppo, troppo spesso non vengono detti a pazienti e familiari.

L’ictus cerebrale: e’un evento drammatico che richiede un’ assistenza riabilitativa di qualita’. Purtroppo, p i problemi dell’ictus cerebrale vengono troppo spesso mal valutati e di conseguenza non vengono trattati in modo adeguato.

RICORDATI E TIENI A MENTE QUESTA FRASE

L’ictus cerebrale danneggia il cervello e in questa struttura ci sono le funzioni cerebrali, non i muscoli. La riabilitazione da ictus cerebrale deve recuperare il movimento attraverso le funzioni cognitive alterate, non attraverso il rinforzo muscolare.
Ictus cerebrale: e’ il nome che si da’ ad un danno che e’ avvenuto al cervello. Come sai, il cervello come tutti gli organi del nostro corpo, ha bisogno di nutrimento che viene assicurato attraverso il flusso sanguigno. L’ictus cerebrale si manifesta quando il trasporto del nutrimento attraverso il sangue, viene interrotto.

QUESTA SITUAZIONE PUO’ ESSERE CAUSATA DA:

  • Ischemia: interruzione del flusso sanguigno a causa di una ostruzione e mancato nutrimento di alcune cellule cerebrali che prive di ossigeno e nutrimento muoiono.
  • Emorragia: rottura di un’arteria con conseguente innondamento e soffocamento di alcune zone del cervello.

In entrambi i casi, alcune zone del cervello vengono danneggiate e con loro quelle funzioni che erano chiamate a svolgere.

CONSEGUENZE ICTUS CEREBRALE:

In seguito ad un ictus cerebrale avviene molto spesso la paralisi di una meta’ del corpo, emiparesi o emiplegia. Oltre all’impossibilita’ di muovere la meta’ parte del corpo, molto spesso si ha la difficolta’ di percepire quella parte del corpo (perdita della sensibilita’).

PERCHE’ SI BLOCCANO I MUSCOLI?

‘’ Il cervello manda il comando giusto ma i muscoli non rispondono….’’
Questo e’ quello che generalmente viene da dire dopo un ictus cerebrale, perche’ i muscoli sembrano davvero bloccati!

MA LA VERITA’ E’ UN’ALTRA COSA…..

L’ictus cerebrale non colpisce i muscoli ma le funzioni mentali e cognitive che ne permettono il movimento.

E’un argomento complesso ma ti invito a ragionare, prendendo come esempio te stesso:

se sei in grado di muoverti e’ perche’:

  • percepisci il tuo corpo
  • prevedi le conseguenze del movimento
  • dirigi l’attenzione alle varie fasi del movimento e del corpo
  • pianifichi il movimento in base alletue esigenze
  • risolvi i problemi in modo rapido ed efficace
  • trasformi lo spazio che ti circonda in movimenti da effettuare

Queste sono le funzioni cerebrali che vengono danneggiate da un ictus ed e’ per questo che il corpo non si muove, non perche’ sono bloccati i muscoli.
Il motivo per il quale si paralizza solo una meta’ del corpo, sta nel fatto che il cervello e’ composto da due emisferi, ciascuno dei quali ha il compito di organizzare i movimenti del lato opposto del corpo.

MUSCOLI FLACCIDI E MUSCOLI SPASTICI

Questo argomento e’ fondamentale per scegliere correttamente la giusta riabilitazione da effettuare.
In seguito all’ictus, i muscoli di una meta’ del corpo sono completamente flaccidi, non si muovono e si mostrano inerti. Dopo qualche settimana iniziano a diventare spastici, ovvero si induriscono, irrigidiscono ed aumentano il loro tono ( ipertono).

PERCHE’?

Dopo un ictus il nostro sistema nervoso va in “corto circuito”, in “shock”. Per questo motivo, non sono presenti neanche i riflessi. Tutti i circuiti si fermano, e’ come se il nostro organismo decidesse di mettersi a riposo forzato, per evitare di sovraccaricare il cervello.

Molto spesso, le esigenze di tempo negli ospedali e nelle cliniche convenzionate, che hanno giorni e risorse contate, spingono gli operatori sanitari a non rispettare i tempi del nostro organismo.
Per questo motivo, chi ha subito un ictus, si trova ad essere messo , troppo precocemente in piedi e spinto a camminare, quando l’organismo non e’ ancora pronto.
In questi casi, inizia a sorgere un elemento patologico che sara’ davvero difficile contrastare in futuro: la spasticita’.

Ogni volta, che dopo un ictus, si e’ chiamati a svolgere un compito troppo complesso rispetto alle proprie possibilita’, il nostro organismo risponde con questo elemento patologico di difesa.

Una storia di tutti i giorni. Sono sicuro che la conosci….
Passano i primi giorni in rianimazione e la nostra meta’ del corpo e’ completamente “morta”. Siamo ancora frastornati dal colpo che abbiamo subito, iniziamo a fare fisioterapia, il fisioterapista ci muove gli arti e ci chiede di sforzarci a muoverli noi stessi, ma ancora niente.
Facciamo esercizi di rinforzo e proviamo a camminare. All’inizio abbiamo bisogno di molto sostegno e la gamba la trasciniamo in avanti, poi pian piano, iniziamo ad alzare il fianco per portare in avanti la gamba che in aria disegna quasi un giro (alcuni la chiamano andatura falciante). Gli esercizi di rinforzo continuano, se provo a muovere il braccio, non e’ piu’ morto. La mano si chiude, il gomito si flette e a volte la spalla si alza. Certo non e’ quello che voglio fare, ma che importa almeno qualcosa si sta svegliando, il resto si svegliara’ in seguito.

La fisioterapia continua, quando cammino, ho bisogno che il fisioterapista mi sostenga meno, ma il piede arriva a terra di punta e di lato, a volta rischio di cadere. Il braccio e’ quasi sempre piegato al gomito e la mano sta tutto il giorno chiusa, forse si rilassa quando sto a letto. I medici mi dicono che dobbiamo ridurre l’ipertono e pe r fare questo occorre eseguire delle iniezioni di botulino. Inoltre mi consigliano di mettere un sostegno sotto il piede per camminare meglio ( una molla). Il botulino inizia ad avere effetto, il gomito si rilassa e la mano sembra piu’ aperta, la mia caviglia mi permette di arrivare a terra con il tallone. Con il passare del tempo, la gamba dura mi inizia a fare male e riesco a camminare sempre meno. A dire al vero, non ho tanta voglia di camminare, perche’ mi sembra di zoppicare di continuo e non mi sento molto sicuro. E’ passato solo qualche mese ed il braccio si e’ indurito come prima, anzi mi sembra di sentirlo piu’ duro, mi dicono che devo fare un altro botulino…..

Se sei capitato in questa pagina e’ perche’ in qualche modo hai a che fare con il dramma dell’ictus cerebrale o in prima persona o perche’ un tuo caro ne e’ stato colpito. In questa breve cronologia, trovi purtroppo come generalmente vanno le cose.

Immagino che ora tu ti stia chiedendo una cosa molto semplice: “ma se il botulino e la molla servono a ridurre l’ipertono e lo stesso e’ causato da una riabilitazione di rinforzo non adeguata per le lesioni cerebrali, non sarebbe meglio evitare a monte di farlo comparire?”

Esatto! Bella domanda, ce lo chiediamo in molti, ma sembra che sia piu’ comodo che le cose rimangano in questo modo e che il livello della riabilitazione rimanga basso.

PERCHE’ COMPARE LA SPASTICITA’?

L’ICTUS CEREBRALE non annulla la possibilita’ di muoverci, la altera. E’ come se il movimento abbia due padroni: il padrone cerebrale (con tutte le funzioni cognitive che lo rendono raffinato, variabile e preciso e il padrone midollare ( che assicura perlomeno i riflessi e le contrazioni di base).

Immagina cosa avviene quando c’e’ un ictus ed il sistema nervoso centrale va in “corto circuito”. Il movimento e’ ovviamente assente, come nella fase di flaccidita’ in cui i muscoli sembrano morti; successivamente lo shock inizia a regredire partendo dai circuiti piu’ semplici che sono rimasti intatti, quelli del padrone midollare mentre il padrone cerebrale e’ ancora assopito. Il movimento, in questo caso, non sara’ piu’ assente ma sara’ completamente regolato dai riflessi del nostro corpo (padrone midollare). Questi vengono chiamati movimenti, ma di movimento hanno poco, sono la manifestazione della spasticita’ e dell’ipertono.

Quando camminiamo sollevando il fianco e raggiungendo il suolo con la punta del piede, non stiamo camminando, ci stiamo spostando, ed i movimenti elementari sono movimenti patologici.

Quando vogliamo muovere il nostro braccio, esce fuori sempre lo stesso movimento:

  • FLESSIONE DEL GOMITO
  • CHIUSURA DELLA MANO
  • SOLLEVAMENTO DELLA SPALLA

Non stiamo muovendo il braccio, stiamo evocando contrazioni spastiche!
Purtroppo nell’immaginario collettivo, c’e’ la speranza che piu’ si cammina, anche se sfalciando e piu’ prima o poi camminero’ meglio. Lo stesso si pensa del braccio. Ma non e’ cosi’, piu’ ci muoviamo evocando contrazioni patologiche e piu’ rinforzeremo la patologia.

COME COMPORTARSI?

Se il movimento e’ controllato da due padroni e quello midollare prende il soppravvento perche’ quello cerebrale e’ sotto shock, dovro’ recuperare le funzioni cognitive del padrone midollare per recuperare piu’ possibile il movimento!

I processi cognitivi alterati dal danno cerebrale che permettono di muoverci sono:

  • attenzione
  • memoria
  • percezione
  • problem solving
  • trasformazioni di senso
  • apprendimento
  • pianificazione del movimento

RIABILITAZIONE ICTUS CEREBRALE

Finche’ la fisioterapia dopo ictus cerebrale sara’ rivolta al solo rinforzo muscolare e nessuno dei processi cognitivi di cui sopra verra’ coinvolto, allora, il recupero avra’ le caratteristiche che ti ho raccontato prima, mentre se gli esercizi proposti avranno come contenuto l’attivazione dei processi cognitivi, sara’ possibile sperare di “sottrarre” alla natura quanto piu’ recupero possibile abbia messo a nostra disposizione.

Quindi e’ necessaria una riabilitazione neurocognitiva. e’ riconosciuta come il metodo piu’ adatto per la riabilitazione dell’ ictus cerebrale.